MARIOBUONAMICIARCHITETTURA
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RIFUGIO GRAFFER al GROSTE'
Riqualificazione con ampliamento
Ente banditore
Società degli Alpinisti Tridentini - SAT
Luogo
Grostè - Comune di Tre Ville (TN)
Anno
2024
Gruppo di progettazione
Mario Buonamici_Architettura (capogruppo)
effe.pi.designlab - Francesco Pallavicini
Il rifugio alpino in quota si configura come un micro-sistema esemplare del vivere in maniera sostenibile in quanto deve tendere all’autosufficienza, cercando di preservare l’ambiente unico in cui si trova nonché le caratteristiche morfologiche, paesaggistiche e architettoniche che costituiscono elemento di attrattività per alpinisti e in generale per gli escursionisti.
Il tema della forma e della sua stretta rispondenza alle funzioni di presidio proprie del rifugio e il tema della coscienza ecologica, intesa come consapevolezza di limitare consumo delle risorse ed effetti sul territorio, si coniuga nel progetto di intervento sui rifugi alpini. In quella che è una dimensione etica del paesaggio, legata alle difficoltà della vita in montagna, l’obiettivo è quello di creare con poco e di ridurre o dimensionare gli interventi sulla funzionalità e necessità. Tutela della naturalità dell’ambiente montano, rispetto dell’essenza del contesto alpino e della sua tradizione costruttiva per il recupero dell’esistente, interpretazione della tipologia e delle forme edilizie originarie alla luce del linguaggio architettonico contemporaneo, stretta rispondenza tra forma e funzione, impiego delle capacità tecniche attuali nell’ottica della sostenibilità, sono i criteri basilari per l’intervento sui rifugi esistenti e in generale sui manufatti posti in ambito alpino. Il progetto di ampliamento del rifugio deve porsi come obiettivo la minimizzazione dell’impatto ambientale locale nel rispetto nel rispetto e nella salvaguardia del più ampio ecosistema ambientale. Il progetto si è soprattutto posto come obiettivo l’armonizzazione del costruito con il paesaggio circostante inteso come natura, storia e cultura del luogo nel rispetto
dell’ecosistema ospitante sia in fase di costruzione che di vita del rifugio; il paesaggio è patrimonio fondamentale delle comunità e degli individui. La logica dell'addizione non è mimetica, vengono utilizzati materiali e tecnologie nuove (struttura in legno e rivestimenti esterni in lamiera metallica) ma nella differenziazione si individua il nuovo senza compromettere l’esistente che in questo modo ne viene valorizzato.
L’ampliamento intende preservare lo spazio esterno a sud che costituisce uno spazio pubblico intensamente utilizzato sia d’estate d’inverno come una vera e propria piazza rialzata rivolta verso il sole e verso la quale è posizionato l’accesso principale al rifugio.
Il nuovo volume della sala pranzo posizionato in quota ed parte a sbalzo, permette la vista completa su due lati a est e a sud in modo da immergersi nel paesaggio contemplando la visione sia verso il Grostè sia verso la valle; è’ uno spazio dinamico che cambia secondo il percorso della luce del sole direttamente collegato alla sala esistente e alla nuova cucina.
Il sistema di frangisole costituiti da listelli in legno variamente disposti, dissimulano la struttura dei pilastri in legno posizionati sulla terrazza e contribuisce a rendere lo spazio interno sempre diverso, connotandosi fortemente verso i colori chiaroscurali del paesaggio all’esterno.
La torre della scala esterna diventa elemento distintivo e segnale a lunga distanza; un recettore di luce rivolto verso il Grostè di giorno e un faro di notte immediatamente visibile; una luce in un arrivo notturno al rifugio, un barlume nella nebbia, segnale di sicurezza, calore e riparo.