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recuperiAMO il CINEMA

Mentre l’analisi dei vincoli urbanistici e delle prescrizioni progettuali ha permesso di individuare e gerarchizzare le linee guida del processo compositivo, l’analisi del sistema insediativo circostante ha suggerito l’idea di conservare la struttura del capannone dell’ex cinema per  promuovere un nuovo impianto distributivo che garantisse le funzioni richieste dal bando; un impianto articolato su due livelli che prevedesse al piano terra la zona ad uffici  per trasferirvi alcune sedi distaccate del Comune e al piano primo gli ambienti per la biblioteca comunale e per la sala polifunzionale.

Si è prevista la totale demolizione della struttura che costituiva il bocciodromo in modo da liberare completamente l’area e restituire alla cittadinanza uno spazio pubblico importante.

Al fine di evitare quindi l’inserimento di un ulteriore elemento costruito  al cui acuto sarebbe affidato lo stridente compito di sovrapporsi ulteriormente al contesto esistente, si è previsto lo svuotamento totale del capannone ex cinema.

Il progetto può essere visto quindi come il modello di città in scala ridotta.

Un sistema compositivo che racchiude una serie di spazi; un edificio costituito da più costruzioni ed ognuna di queste ha la sua propria identità; la parte esistente costituita dal capannone esistente con struttura in cemento armato e la parte nuova realizzata in legno, autonoma dal punto di vista strutturale; tuttavia le due parti non sono accostate le une alle altre casualmente, senza un legame preciso, bensì costituiscono un tutto organizzato ed armonizzato insieme per dare vita ad un nuovo ed inaspettato organismo edilizio.

Le funzioni e gli spazi sono distribuiti su due livelli andando pertanto a suddividere in altezza il volume esistente in modo che lo spazio esterno, restituito alla collettività possa diventare parte attiva del progetto stesso, accompagnando i percorsi pedonali e guidando il cittadino verso i nuovi spazi di fruizione.

È un sistema integrato composto, in definitiva, per aggregazione di volumi puri e distinti, il principio dell’architettura dentro un’architettura che, compositivamente, crea spazi dotati di funzione propria.

L’IDEA PROGETTUALE parte dalla “comprensione” dell’edificio esistente del quale si è ritenuto conveniente funzionalmente conservarne la struttura; la demolizione totale avrebbe determinato criticità nel tessuto edilizio circostante dovuta alla completa saturazione dell’area, e la Norma edilizia non avrebbe permesso una ricostruzione sul sedime esistente considerando le esigue distante dall’edificato adiacente.

Si è pertanto pensato di demolire i tamponamenti esterni del capannone esistente in modo da conservare la struttura in cemento armato dei pilastri e della travi di gronda e la copertura voltata in latero cemento (compreso le catene in latero-cemento che svolgono la necessaria azione strutturale).

In questo modo si crea una “tettoia” a scala gigante pronta a contenere le nuove funzioni previste assecondando tecnologie costruttive basate su un ottimale efficientamento energetico.

Lungo il prospetto che si rivolge verso la ferrovia si è previsto di ricostruire il nuovo volume arretrandoci dal pilastro esistente di 3,35 ml in modo che lungo il fronte nel quale sono previsti gli accessi esterni si creasse un vero e proprio porticato a “scala gigante”; la scansione dei pilastri associata alla “rivelazione” all’esterno delle catene in sommità caratterizzano questo nuovo e inaspettato spazio pubblico che dilata lo spazio esterno estendendosi e penetrando all’interno.

Si determina una dilatazione ancora maggiore percorrendo il porticato verso est subito dopo l’unico elemento “in aggiunta” costituito dalla scala che consente l’accesso al piano superiore.

La nuova piazza pubblica, se da un lato è chiusa dalla ferrovia, dall’altro è definita e prende la propria fisionomia dal nuovo fronte del capannone così “liberato”.

E’ Il nuovo porticato che caratterizza la piazza proteggendo gli spazi e le nuove funzioni che si svolgono all’interno.

 

 

 

MENZIONE su 53 concorrenti

 

 

Ente banditore

Comune di Pieve a Nievole (PT)

Luogo

Pieve a Nievole (PT)

Anno

2017

Gruppo di progettazione

Mario Buonamici_Architettura

collaborazione

Francesco Pallavicini

Una trama di conci ceramici appesi ad un sistema ortogonale di cavi d’acciaio collega tra di loro i vari pilastri realizzando una cortina leggera e traforata in corrispondenza dell’originario filo della muratura esterna.

Verso est la tessitura dei conci abbandona la scansione dei pilatri per seguire la curvatura del volume del secondo piano, accentuandone pertanto la propria atipicità.

La ripetizione ritmica della traforatura riesce a trasformare l'elemento massivo e compatto dei fronti “ricostruiti” in una pelle vibratile e cangiante in grado di esprimere con suadente efficacia il tema della decorazione muraria in un ricercato e pertinente esercizio compositivo.

La scelta di una colorazione oro degli elementi ceramici riesce inoltre a dotare l’edificio di una preziosità tanto particolare quanto inattesa con il non celato obiettivo di renderlo elemento attrattore quale fulcro di una polarità di relazione oltre che funzionale.

Il velario fra i pilastri del porticato, la scala in aggiunta con lo stesso tipo di cromaticità e lo sviluppo circolare della tenda dorata di mattoni in corrispondenza del volume del primo piano formeranno un armonioso gioco di pieni e vuoti, una vera e propria macchina di controllo della luce e delle ombre, che varia in funzione della collocazione del sole.

Un velario dorato che durante il giorno risplende e luccica con la luce del sole, illuminandosi ed esaltandosi di notte con il riflesso delle luci interne.

In questo modo il fronte diviene monumentale ma assume una monumentalità dinamica, secondo ritmi contemporanei; ambigua fra la modernità di un grande velario dorato che trasfigura la classicità di un loggiato monumentale.

Lungo il fronte nord si è pensato di conservare i tamponamenti esistenti delle due ultime campate verso est per recuperare lo spazio necessario alla sala polivalente al piano primo mentre si prevede il rifacimento delle tamponature, sebbene non sia necessario il porticato da quella parte, per ottenere un ottimo livello di confort ed efficientamento energetico.

Utilizzando lo stesso linguaggio architettonico e cioè dell’edificio inserito all’interno di un contenitore esistente, verranno distaccate le nuove pareti esterne dai pilastri in cemento armato in modo da rendere i volumi autonomi anche dal punto di vista strutturale.

Al piano primo l’arretramento delle tamponature dai pilastri è simmetrico tra i due fronti in modo da ottenere per la biblioteca un’aula centrale e simmetrica a tutt’altezza.

La particolare sezione trasversale che si genera in questo modo consente l’apertura di affacci con porte finestre simmetriche al primo piano nella zona della biblioteca, mentre al piano terra gli uffici che si rivolgono a nord potranno usufruire di aperture a soffitto, determinato dall’arretramento della tamponatura al piano superiore; in questo modo si eviterà l’affaccio diretto sul fondo confinante.

Lo spazio pubblico che in questo modo viene restituito alla collettività diventa una vera e propria piazza con la cui centralità svolge un ruolo strategico rispetto alle attività sociali che qui si svolgono.

Il tema è quindi quello di prevedere una riqualificazione generale degli spazi con un progetto sostenibile per la sua visione dinamica del luogo urbano e delle sue componenti sociali; l'obiettivo è di dare vita ad uno spazio dove sia possibile coniugare sulla grande scala libertà di comportamento individuali e collettive, dando a tutti la possibilità di usufruire del luogo attraverso diversi modi di utilizzo.

La ferrovia, la densità edilizia circostante, ritrovarsi nascosti tra le case possono trasformare questo spazio in un luogo attrattivo se questo spazio viene completato da un porticato a scala gigante che invita a essere percorso, se i mattoni dorati riflettono la loro presenza anche da lontano, se il luogo diventa un luogo dinamico da vivere sempre in modi diversi oltre che necessario per raggiungere gli spazi di servizio.

 

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