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AMPLIAMENTO DEL CIMITERO COMUNALE DI SAN PANCRAZIO SALENTINO (BR)

“Il culto dei morti è la fonte principale di quello che oggi riconosciamo come cultura della memoria.

Il cimitero si presta a numerose analisi e studi ed è, in qualche modo, una reinvenzione della città.

Esiste un forte legame tra la città dei morti e la città dei vivi, che si manifesta in relazione alla struttura culturale e sociale della comunità urbana; in ogni cimitero appaiono evidenti delle differenze sociali, esso rappresenta anche l’ultima testimonianza del potere economico del defunto.”

Con in testa le parole di Pancrazio Stridi, riportate nella Relazione illustrativa allegata al Bando, abbiamo iniziato a pensare al nuovo cimitero di San Pancrazio Salentino, tenendo bene in mente anche quanto aggiunto nella relazione stessa:

“Proteggere i defunti e dar loro una casa eterna appartiene alla tradizione che risale alle origini della civiltà.”

L’insieme degli edifici si configura come una città; nella città il rapporto privato con la morte torna ad essere rapporto civile con l’istituzione. Il cimitero è così ancora un edificio pubblico con la necessaria chiarezza e razionalità dei percorsi, con un giusto uso del suolo.

Il tema principale del progetto è quello di affidare all'architettura la riconoscibilità dei luoghi. Il cimitero è un luogo in cui ogni cittadino ha diritto di sepoltura, un luogo che ha come fine ultimo quello di creare un sentimento di rispetto, nelle cui forme tale condizione deve essere riconoscibile. Ecco che da questo punto di vista, il progetto di un cimitero non si differenzia da un qualunque altro progetto di luogo pubblico.

Così come accade per la città dei vivi anche la città dei morti si costruisce attraverso la relazione che si instaura tra luoghi pubblici e luoghi privati. Questa relazione è la base tipologica sulla quale si costruisce il progetto.

Il progetto deve tendere a ridefinire un luogo; si deve porre come obiettivo la ricerca della corretta interpretazione del ruolo urbano del cimitero nel suo rapporto con le trasformazioni contemporanee, nell'organizzazione dei suoi spazi e nelle forme del suo disegno complessivo.

Il cimitero esistente e la sua caratteristica peculiare e imprescindibile di questo luogo definisce il progetto; l’analisi del sistema insediativo del cimitero esistente ha permesso pertanto di individuare e gerarchizzare le linee guida del processo compositivo.

La tipologia dello schema distributivo del cimitero attuale, nella sua razionalità e tipicità viene riproposta nell'impianto planimetrico del nuovo cimitero attraverso un’asse principale di penetrazione che distribuisce le arterie secondarie di distribuzione, ortogonali fra loro; è possibile in questo modo percorrere questi spazi senza soluzione di continuità orientandosi all'interno della nuova struttura alla ricerca della tomba del proprio caro che in modo chiaro e intellegibile ricopre uno

 

3° Classificato

 

 

Ente banditore

Comune di San Pancrazio Salentino (BR)

Luogo

San Pancrazio Salentino (BR)

Anno

2018

Gruppo di progettazione

Mario Buonamici_Architettura

collaborazione

Francesco Pallavicini

spazio preciso, riservato, protetto e personale, all'interno di uno spazio pubblico.

La logica dell'addizione non è mimetica: le parti nuove sono diverse dalle esistenti, ma ne rispettano la tipologia fatta

da una parte di grandi percorsi affacciati sul verde e sul campo delle inumazioni, e di strade e dall’altra di luoghi più intimi: non solo le cappelle e le tombe individuali ma anche le strutture per i loculi che si configurano come blocchi introversi, ideali per la preghiera personale.

Il progetto del cimitero può essere visto quindi come il modello di città in scala ridotta.

Un sistema compositivo che racchiude una serie di spazi attraverso una serie di costruzioni ognuna delle quali fornita di una propria identità.

È un sistema integrato composto, in definitiva, per aggregazione di volumi puri e distinti, il principio dell’architettura dentro un’architettura che, compositiva mente, crea spazi dotati di funzione propria, immediatamente riconoscibili.

In questo modo è possibile esplicitare la relazione tra la parte pubblica e quella privata del luogo dei morti. La parte privata è quella interna agli edifici per loculi dove è possibile dedicarsi al ricordo dei propri cari. La parte pubblica, invece, si apre al paesaggio, alla città, diventa rappresentativa del senso del luogo.

Così il nuovo cimitero si integra con il cimitero attuale assecondando e prolungando due assi di percorrenza principale est-ovest; la nuova apertura nel muro attuale di recinzione si pone come polo opposto rispetto all’ingresso principale verso ovest lungo la nuova viabilità ortogonale alla provinciale Lecce Taranto e il nuovo percorso che unisce i due poli opposti diventa esso stesso asse principale del nuovo cimitero.

Un’ulteriore apertura in corrispondenza dell’angolo sud-ovest della recinzione attuale, assecondando l’inclinazione del confine a sud permette una fruizione completa del nuovo ampliamento dal cimitero esistente sfruttando gli unici due varchi realizzabili confermando la corretta distribuzione planimetrica dei nuovi volumi di progetto.

Stanze in forma di volume puro con un sfondamento del soffitto che evoca una finestra aperta verso l’alto. Il cielo così incorniciato apre un varco mentale verso i regni dell’invisibile, permettendo allo sguardo ed al pensiero di abbandonare la gravità della madre terra e conquistare una dimensione più aerea e spirituale.

Questo rapporto con il cielo cerca di definire uno spazio, che è anche un tempo, nella quale ritrovare sé stessi, uno spazio che spinge l’orizzonte verso l’alto come metafora del confine celeste, unico ultimo orizzonte della nostra vita nella città del moderno.

La gerarchizzazione degli spazi che riflette la differenziazione sociale dei cimiteri qui prova ad essere rivista in funzione dell’importanza degli spazi di percorrenza che assumono funzione propria.

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